Stefania Salvatore
Ecco come dormire e rigenerarsi dentro un faro in un’isola selvaggia, circondato soltanto da pony
Aggiornamento: 13 giu
Mollare tutto e tutti per trasferirsi su un’isola deserta è il sogno che accarezza un desiderio quasi proibito, soprattutto dopo una giornata immersi nel traffico cittadino o alle prese con mille attività non sempre semplici.
Svegliarsi all’interno di un faro, affacciarsi alla finestra e vedere la propria casa circondata dalla natura e da animali è un'immagine che sembra irrealizzabile, anche se in realtà diventa possibile nell’isola di Lundy.

Posizionata nel Canale di Bristol, tra la Cornovaglia ed il Galles e a circa 19 km dalle coste della Gran Bretagna, Lundy Island è un vero e proprio paradiso per chi è alla ricerca di uno stile di vita naturale, solitario ed a contatto con animali di ogni genere.
In particolare è un vero e proprio paradiso per chi ha una passione sconfinata per i pony. Mansueti e dolcissimi, se ne possono incontrare in ogni angolo dell’isola inglese.

L’emozionante incontro con i pony
I pony che popolano l’isola di Lundy sono abituati ai turisti: nel bel mezzo di un’escursione è facile notare questi animali che pascolano tranquillamente e che non rifiutano qualche piccola coccola.
La tranquillità di questo luogo da sogno è la stessa dei pony che diventano il soggetto perfetto per foto tenere ed indimenticabili, anche semplicemente quando stanno schiacciando un pisolino.
In più, esplorare l’isola britannica vuol dire anche scoprire una fauna selvatica varia ed affascinante: proprio a Lundy è facile incontrare capre, uccelli marini di ogni tipo e dai colori variopinti. Per chi è appassionato di immersioni in mare, si può avere un incontro ravvicinato con delle simpatiche foche.
La natura dell’isola è senza dubbio predominante e circonda idealmente le piccole attrazioni turistiche presenti in questo luogo: un piccolo villaggio con una graziosa locanda, una chiesa che risale al periodo vittoriano ed il castello di Marisco costruito nel ‘200.
Visitare Lundy è un’esperienza indimenticabile tutto l’anno, ma per renderla ancora più speciale si può provare l’emozione di dormire nell’antico faro dell’isola, ormai in disuso ma dall’indiscutibile fascino che ci permette di ammirare il panorama del territorio.

Lundy, l’esempio perfetto di un’isola incontaminata
A Lundy la natura regna sovrana, e questo non può essere che l’esempio perfetto di un modo di viaggiare all’insegna della sostenibilità.
Mentre nel periodo invernale si può usare soltanto l’elicottero, perché le acque non consentono di navigare in tranquillità, dalla primavera all’autunno si può arrivare nell’isola via mare tre volte alla settimana.
La barca è il mezzo perfetto che permette ai turisti di approdare sull’isola nel pieno rispetto delle aree protette, lasciando incontaminato il paesaggio.
Quest'area, infatti, è una delle più importanti riserve naturali marine del Regno Unito. Per questo motivo non è possibile pescare, perché si cerca di rispettare e preservare la diversità marina.
Ma non è soltanto la fauna che viene tutelata con grande attenzione. Anche la flora locale è un punto di forza: a Lundy sono riusciti a conservare oltre 300 specie diverse di piante che fioriscono sia sulla terraferma che sugli scogli. Ovviamente, tutta questa varietà di animali e di verde fa dell’isola inglese un luogo selvaggio e affascinante al tempo stesso: perdersi uno spettacolo del genere sarebbe un vero peccato!

Tornando a noi, voglio dirti che secondo numerosi studi tanti italiani non riescono a godersi pienamente le tanto desiderate vacanze, al punto da tornare dalle ferie ancora più stanchi di quando erano partiti.
Succede ogni volta che, pur spostandoci, portiamo con noi il fardello delle abitudini mentali, che viene semplicemente trasferito nel luogo di villeggiatura.
Al contrario, le vacanze possono diventare l'occasione per incuriosirci, scoprire o riscoprire le nostre passioni e quindi vivere lati di noi che normalmente trascuriamo, come bambini davanti a un mondo sconosciuto che chiede di essere esplorato.
Lontani dal caos e dai rumori metropolitani possiamo riscoprire i ritmi lenti di ridenti vallate, gli inebrianti profumi di frutti appena colti, la bellezza di fiori rari, i richiami degli animali, l'infrangersi delle onde in una grotta marina, tutte cose che davano all'uomo antico un senso di appartenenza benefico e rigenerante.
Se ti sembra una soluzione estrema prova a fermarti a riflettere.
Quante volte anche solo passeggiare in un parco per qualche ora la domenica ti aiuta a rimettere in ordine i pensieri, a tornare ad ascoltare la tua mente e il tuo corpo, a respirare con i polmoni e con l’anima?
Ecco: per recuperare questa connessione che potrebbe sembrare ormai irrimediabilmente perduta, qualche decennio fa è nata una disciplina che oggi potrebbe risultare più importante che mai.
Si chiama ecopsicologia e si basa proprio sull’imprescindibile bisogno dell’uomo di ritrovare il contatto con la natura.
Oggi l’ecopsicologia è una disciplina vera e propria e una materia insegnata in diverse università del mondo.
Quello che non viene insegnato a dovere, invece, è l'atteggiamento sublime che tocca da vicino i professionisti dell'accoglienza.
Ragion per cui ho pensato ad una soluzione comoda e che ha già aiutato centinaia di professionisti dell'accoglienza. Questo facilitatore ti costa meno di un portachiavi personalizzato e può essere tuo con un semplice clic su questo link: Metodo Hospitality.

Se non hai ancora ordinato la tua copia, il mio umile consiglio è assicurartela (prima che sia troppo tardi) facendo clic su questo link.
Approfitta subito del ridicolo prezzo che ho riservato per le ultime copie disponibili perché non ci sarà mai alcuna ristampa.
Non escluderti dal successo: ordina adesso la tua copia.
Un grande abbraccio,
