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  • Immagine del redattoreStefania Salvatore

La grande festa per il primo secolo di vita del Copacabana Palace: conosci già i suoi retroscena?

L'iconico albergo che si affaccia su una delle spiagge più famose del mondo è ricco di storie (vere o presunte tali) e retroscena: tra i VIP assoluti, qui si annovera l'aura magica di Marilyn Monroe, Brigitte Bardot e Marlene Dietrich ma anche i capricci di Orson Welles e di Carlo e Diana.


Qui Fred Astaire e Ginger Rogers ballarono il tip tap nel classico del 1933 Flying Down to Rio. Diana e Carlo si prodigarono in una lite memorabile, durante la quale la principessa si sarebbe rifiutata di dormire con lui tuffandosi in piscina alle due del mattino. Sempre qui, narra la leggenda, Mick Jagger avrebbe concepito il suo figlio illegittimo. E nella spiaggia antistante, i Rolling Stones organizzarono nel 2006 uno dei live più straordinari di sempre - davanti ad oltre un milione e mezzo di persone.

Ti sto parlando del Copacabana Palace Belmond Hotel, uno degli alberghi più iconici del pianeta Terra. Un luogo di culto, simbolo di Rio de Janeiro e del Brasile, che quest’anno compie cento anni. La lista degli ospiti che hanno soggiornato in questo gigantesco palazzo bianco stile anni '30 è a dir poco impressionante. Dalle stelle del cinema a quelle dell'aristocrazia, dal futuro Re d'Inghilterra Edoardo VIII a Re Alberto I del Belgio, da Marilyn Monroe a Joan Fontaine, da Jane Mansfield a Brigitte Bardot, da Nelson Mandela a Francis Ford Coppola fino a Justin Bieber. Insomma, se la spiaggia di Copacabana è oggi un mito, una piccola parte del merito è anche di questo lussuoso hotel che nel corso dell'ultimo secolo è riuscito a plasmare le architetture dei palazzi che fanno da cornice al lungomare dell'Avenida Atlantica, che culmina con il maestoso Pan di Zucchero.

La storia de La Copa, così lo chiamano da queste parti, inizia nel 1922 quando gli uomini d'affari Francisco Castro Silva e Octávio Guinle finanziano il progetto affidato all'architetto francese Joseph Gire (lo stesso che disegnò l'Hotel Negresco di Nozza e l'Hotel Carlton di Cannes). Far nascere l'albergo nel 1922, in occasione del centenario dell'indipendenza del Brasile, sarebbe stato qualcosa di epico. Tuttavia, l'opening ufficiale avverrà un anno più tardi.


Lo stile di questa grande struttura è inequivocabile: si ispira ai grandi hotel della Riviera francese ed in particolare al Carlton. Ad ogni modo, dal 1923 in poi è un'ascesa continua. Persino il mio amato Walt Disney ha creato in questa location il personaggio del pappagallo Ze Carioca.

Come se non bastasse, una delle foto più note di Brigitte Bardot, assediata dai paparazzi, viene scattata al Copacabana Palace. Era il 1964 e la pressione della stampa locale sulla star francese fu tale che lei, dopo una conferenza stampa, si sentì costretta a lasciare Rio per Buzios, idilliaca città costiera brasiliana che diventerà il suo buen ritiro sudamericano.

Vent'anni più tardi, nel 1985, si parla di chiudere tutto e di smantellare il palace. Fortunatamente nel 1989, con l'arrivo sulla scena di Belmond (all'epoca il gruppo si chiama Orient-Express), si riporta il palazzo bianco Art Deco (otto piani con 148 camere e una dependance di 14 piani con 78 camere) al posto che gli compete.


Oggi, ad un secolo di distanza dall'inaugurazione, è stato fissato un calendario di feste per ogni mese dell'anno. Le feste vedranno protagonisti chef internazionali, cene di gala (uno dei tre ristoranti è il Cipriani con a capo lo chef Nello Cassese), concerti, feste.

A novembre è prevista l'uscita di un coffee table book commemorativo realizzato dalla scrittrice di viaggi Francisca Mattéoli, la cui famiglia è stata proprietaria del Copacabana Palace sin dalla sua apertura.


Ma non è tutto. Anche l'arte contemporanea si ritaglia un suo spazio importante. Merito del progetto MITICO, allestito in collaborazione con l'italianissima Galleria Continua, che trasformerà l'albergo carioca in una meravigliosa galleria d'arte dove fioriranno qua e là le installazioni. E come ciliegina sulla torta, il teatro. Accanto all'hotel sorge infatti il Copacabana Palace Theatre. Chiuso per trent'anni, rivedrà la luce grazie a Belmond, che lo ha restaurato col famoso architetto brasiliano Ivan Rezende. Il progetto, che ha coinvolto più di 600 artigiani, dagli intagliatori del legno ai falegnami fino ai designer, trasformerà questo palcoscenico in uno dei punti di riferimento culturali di Rio de Janeiro.

Ora, senza scalfire la sacralità del Copacabana Palace, va ricordato che a Rio esiste anche un altro iconico simbolo.


È pur sempre la terza statua più grande del mondo, nonché una delle nuove sette meraviglie del mondo. È stato dichiarato patrimonio dell’umanità insieme al resto del paesaggio carioca ed è considerato un monumento leggendario e mitico a livello planetario.

La statua del Cristo Redentor, la “grande statua di Rio de Janeiro”, il “Cristo di Rio de Janeiro” che, maestosa, si affaccia dai 710 metri di altezza della cima del Corcovado (montagna simbolo di Rio de Janeiro), è una delle massime attrazioni del Brasile intero. Nonché l'ispirazione del mio Brand. E penso che tu possa intuirlo facilmente dalla foto appena più in basso...

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