Anche se può sembrare banale, ci sono tantissimi modi di viaggiare. Uno di questi è immergersi completamente nel luogo che si visita, dimenticando l’elenco di cose da vedere e spuntare sulla lista e concedendosi esperienze autentiche.
Ti sto parlando del turismo esperienziale e non meraviglia che sia un travel trend in grandissima crescita.
Come si può facilmente dedurre dal nome, il turismo esperienziale è un tipo di viaggio che si concentra sulle esperienze. E' noto anche come turismo immersivo. Infatti, le persone che lo scelgono si immergono completamente in una particolare cultura o in un certo luogo.
Soprattutto dopo due anni caratterizzati dalla pandemia, il desiderio non è solo tornare a viaggiare, ma ritrovare la sensazione di “fare davvero qualcosa”.
Andare verso una nuova ed eccitante destinazione e provare nuove attività, incontrare nuove persone, assaggiare nuovi cibi è sinonimo di ripartenza e ritorno alla vita.
I benefici del turismo esperienziale, però, non si limitano al post-lockdown: immergersi pienamente in un luogo, nella sua cultura e nelle sue mille sfumature, gettandosi nelle attività che offre e conoscendone gli abitanti, è un modo per entrare davvero in contatto non solo con il paese o la città che si sta visitando, ma anche con noi stessi.
La parola d’ordine è sperimentare – e sperimentarsi – immergendosi nel luogo che ci circonda: mangiare cibo locale, conoscerne la storia, parlare con le persone che lo abitano e così via.
Se ci pensi, fare turismo immersivo potrebbe aiutarti a imparare cose nuove – come qualche parola di una lingua, alcune nuove ricette o la storia di una cultura – e cambiare prospettiva, scoprendo come vivono davvero le altre persone e abbandonando pregiudizi e stereotipi.
Quando parliamo di turismo esperienziale, il ventaglio delle possibilità è ampio: potrebbe trattarsi di homestay, ovvero soggiornare in una famiglia, entrando in contatto con la popolazione e la cultura locali oppure fare un viaggio di volontariato.
Oppure, viaggiare in luoghi lontani dai sentieri battuti come la Mongolia Interna o la Via della Seta cinese.
Un ottimo modo per dedicarsi al turismo immersivo potrebbe essere rappresentato anche dall'undertourism, la tendenza a privilegiare mete nazionali o addirittura regionali, alla scoperta di luoghi poco conosciuti e gettonati, ma non per questo meno affascinanti.
Si tratta di entrare sotto la superficie. Come farlo? È questione di attitudine.
Ad esempio, piuttosto che dirigerti solo verso i ristoranti più popolari, prova a fare un tour gastronomico condotto da un abitante della zona o un corso di cucina.
O, ancora meglio, prova a chiedere consiglio alla gente del posto. Probabilmente conoscerà quelle "chicche" che ancora proliferano grazie all'antica forza del referral (passaparola).
Soprattutto per i brand meno noti e che non hanno grandi capacità di investimento in piani di marketing strategico più complessi, i referral rappresentano l'attività più intelligente e controllabile di tutte.
Questo perchè intercettare i tuoi portavoce e premiarli per ogni segnalazione andata a buon fine è semplice e ti farà risparmiare soldi e tempo.
In effetti, i referral e le joint-venture sono quelle attività alle quali non dovresti rinunciare (soprattutto agli inizi) per attrarre più ospiti e renderli felici, anche se non hai alle spalle capitali quasi infiniti e non godi di un risalto mediatico efficace fin da subito. Quindi ti servirà una sorta di acceleratore...
Che, fortunatamente per te, troverai nel mio ultimo libro, Brain Positioning - Come creare un brand efficace nel mercato extra alberghiero.
Iscrivendoti alla priority list riceverai uno special report con le "Keyword We Like", ovvero cosa è abituato a leggere, sentire ed ascoltare con piacere il tuo pubblico di riferimento. E in aggiunta a tutto questo, le parole da evitare sulle piattaforme da aggredire (questo ti farà risparmiare un sacco di tempo, fatica... ed inutile nervosismo).
In pratica costruirai in autonomia dei profili a prova di ban e capaci di attrarre flotte di clienti pronti ad aprire il portafoglio (alla fine della fiera è l'unica cosa che conta).
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E come sempre sentiti libero di scegliere.
La scelta è tua e soltanto tua.
Un grande abbraccio,
Stefi
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