Stefania Salvatore
Turismo sostenibile, il decalogo del perfetto viaggiatore ambientalista
Esiste una definizione univoca per il turismo sostenibile? E se sì, quali sono gli elementi che lo rendono tale agli occhi dei viaggiatori?
È a questo che ha cercato di dare risposta il Agoda’s sustainable Travel Trends Survey 2021, uno studio a livello internazionale sul settore.

Quello che cercano i turisti - quando si parla di ambiente e di turismo - sono una facile identificazione delle opzioni di viaggio sostenibili: uso limitato di contenitori in plastica monouso e incentivi per quelle strutture che massimizzano l’efficienza energetica.
Subito dopo c’è il desiderio di aumentare le aree protette, così da limitare il numero dei visitatori, e la rimozione dei kit da bagno nelle camere.
I risultati di questo studio mostrano come l’affollamento delle località di vacanza e l’inquinamento di spiagge e corsi d’acqua rappresentino le preoccupazioni maggiori dell’impatto del turismo, insieme alla deforestazione e alle inefficienze energetiche.

I principali responsabili di questa situazione poco green sono identificati nei governi, che dovrebbero condurre cambiamenti sul turismo ambientale. Per quasi un turista su quattro, chi dovrebbe occuparsi del turismo sostenibile – e di renderlo tale – dovrebbero essere le autorità preposte a questa industria. Un intervistato su 5 sostiene che la pulizia e il rispetto derivino dall'etica degli stessi individui.
I cittadini di Regno Unito e Indonesia sono coloro i quali, più di tutti, ritengono che siano i governi a dover rendere verde il turismo. Sono il 36% degli intervistati, poco più dei cinesi (33%) e un po’ più di australiani e malesi (28 e 27%).
I paesi in cui i residenti indicano nei cittadini i principali responsabili del mantenimento della sostenibilità sono la Thailandia, il Giappone e gli Stati Uniti, con percentuali del 30, del 29 e del 28% dei rispondenti.
Turismo sostenibile, il decalogo dei viaggiatori green
Alla domanda su cosa i viaggiatori sono pronti a fare per migliorare l’ambiente nello scenario post Covid le risposte sono state molteplici. Le ho raccolte per te e trasformate nel decalogo del “buon viaggiatore”.
Diminuire la produzione dei propri rifiuti e gestirli da soli (esempio: utilizzando meno contenitori monodose in plastica).
Spegnere il condizionatore d’aria e le luci uscendo dalla camera.
Cercare strutture eco-friendly.
Cercare di ridurre le emissioni di CO2 (viaggiando coi mezzi pubblici).
Fare la propria parte riutilizzando asciugamani o kit da bagno.
Acquistare in negozi locali e indipendenti.
Andare nelle destinazioni meno frequentate.
Portare via i propri rifiuti lasciando la spiaggia.
Portare in hotel i propri saponi invece che utilizzare quelli dell’hotel.
Usare prodotti a basso impatto ambientale quando si va in spiaggia.

Ora non ci resta che vedere quali sono le corrette pratiche associate con il turismo sostenibile così da attrarre questo genere di ospiti. Punto primo: utilizzare il più possibile energie rinnovabili. Punto secondo: non usare plastiche monouso. Punto terzo: conservazione dell’ambiente animale e minor emissione di CO2 possibile.

Dal punto di vista della psicologia di questo target, è bene chiarire alcuni aspetti strategici di fondamentale importanza.
Come forse saprai, il nostro messaggio di marketing dev'essere cucito su misura. Deve risuonare con un pubblico specifico, altrimenti la beffa sarà doppia: il prezzo da pagare per piacere a tutti è che i tuoi sforzi di marketing non verranno mai premiati a sufficienza. Perché da un lato otterrai tantissimi complimenti per l'impegno profuso, affidando alla speranza la trasformazione stessa dei complimenti in soldi. Dall'altro il tuo pubblico target non potrà riconoscersi in un messaggio troppo generico, preferendo altre strutture alla tua.
Tornando a questo caso specifico, il nostro target è donna.
Questo perché gli uomini parlano, discutono, progettano di cambiare il mondo o di salvarlo. Le donne ne parlano molto meno ma, quotidianamente, con piccoli e grandi gesti mettono in pratica la difesa dell'ambiente e la salvaguardia del futuro. A dirlo, con statistiche che fotografano l'atteggiamento degli italiani rispetto all'ambiente e altro ancora, è una ricerca del Conference board global consumer confidence della Nielsen.

L'ecologia come pratica quotidiana
Dall'indagine emerge infatti, in modo cristallino, quanto le donne abbiano comportamenti ecologici: preferiscono i mezzi pubblici alla macchina (il 30% rispetto al 22% degli uomini), usano prodotti senza sostanze chimiche (il 37% contro il 27% degli uomini), portano le borse della spesa da casa per non sprecare plastica (il 69% delle donne e il 54% degli uomini), sono disposte a pagare qualcosa in più per avere prodotti che rispettino l’ambiente e che siano eticamente prodotti (il 14% delle donne contro il 12% degli uomini).
Ma non è finita qui. Le donne usano tempo e pazienza per la raccolta differenziata e prestano attenzione allo smaltimento dei rifiuti (il 78% rispetto al 72% degli uomini), gettano le batterie esaurite negli appositi contenitori (il 68% contro il 64% degli uomini), leggono (libri, riviste e giornali) su supporti elettronici per ridurre il proprio consumo di carta (il 20% vs il 17% degli uomini).

Insomma: a scorrere le cifre le ragazze e le donne italiane danno molto più dei maschi in comportamenti virtuosi in materia di ambiente. Eppure solo il 12% delle donne, contro il 27% degli uomini, si dichiara interessata alla politica, mentre per la finanza c'è una certa diffidenza: 4% di interesse contro il 14 degli uomini. Il sospetto è che le donne si interessino meno a temi “alti” a causa di una insicurezza latente, dovuta al fatto che politica ed economia, ancora oggi, sono temi declinati al maschile e intorno ai quali regna uno strano "mistero ai vertici".
Questo atteggiamento lo si riscontra in altri comportamenti: le donne dichiarano di interessarsi di salute (il 41% contro il 24% degli uomini). Il 16% crede che il proprio aspetto dica agli altri qualcosa sulla propria persona, contro il 10% degli uomini. Inoltre, ben il 44% delle donne si lascia influenzare da amici e conoscenti nelle decisioni d’acquisto, contro il 38% degli uomini. Arrivando allo shopping, anche se è solo il 12% delle donne italiane a interessarsi di tecnologia contro il 42% degli uomini, diminuiscono le percentuali di donne che non si fidano degli acquisti online (dal 65% a 61%), mentre aumentano molto gli uomini (dal 56% al 65%).
In ogni caso, le donne sono molto più social. E, nello sviluppo della nostra strategia di acquisizione, è il dato che ci interessa maggiormente.

Probabilmente avrai già letto - nei precedenti articoli - come nel marketing il numero più pericoloso sia il numero uno. Un solo canale di acquisizione, una sola tattica, ecc.
Quindi non avrebbe alcun senso fossilizzarsi su una singola piattaforma. Soprattutto all'inizio, dovremmo sforzarci di presidiarle tutte e poi tirare le somme (non dopo un solo mese) per capire con esattezza dove focalizzarci meglio (senza tralasciare del tutto le altre).
Parlando di Italia (ma anche Europa), la piattaforma donna per eccellenza è Pinterest, con un 64% del totale di utenti iscritti - che nel nostro paese ammontano a 10 milioni. Segue a ruota TikTok, con un 60-40% (ma con un'età media molto bassa, tra i 16 e i 24 anni).
Su Facebook la discrepanza si abbassa (52% donne, 46% uomini), mentre su Instagram si annulla (50,3% donne, 49,6% uomini).
Ad ogni modo, riflettere sulle tattiche (sì, i social rientrano nelle tattiche) è indispensabile affinché la strategia di acquisizione possa funzionare.

Solo che a questo punto potrebbe scattare la trappola:
"Eh Stefi, tu la fai facile... ci vogliono tanti soldi per aggredire tutti questi canali! "
Ma credimi: sarebbe un ragionamento profondamente sbagliato.
È vero, per applicare alcune strategie aggressive ci sono i soldi di mezzo, e pure tanti. Ma il punto non è ancorarsi ad una mera questione di soldi.
Il punto è che il fine ultimo della tua strategia ruoterà - in forma esclusiva - intorno ad un'esperienza superlativa per gli ospiti.
E siccome parliamo di emozioni, sono quasi certa possa crearle anche tu.
Senza investimenti multimilionari.
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Un abbraccio e buon lavoro,
Stefi